Con sentenza n.
46209 del 3 ottobre-16 novembre 2023, la seconda sezione penale della Corte di
Cassazione ha affrontato la questione giuridica che pone la fattispecie in
esame può essere così sintetizzata: «se e in che termini il silenzio possa
costituire raggiro ai sensi dell'art. 640 c.p.».
In ordine al problema del silenzio avente valenza ingannatoria, è consolidato nella giurisprudenza di legittimità il principio secondo il quale, in tema di truffa contrattuale, anche il silenzio, maliziosamente serbato su circostanze rilevanti ai fini della valutazione delle reciproche prestazioni da parte di colui che abbia il dovere di farle conoscere, integra l'elemento oggettivo ai fini della configurabilità del reato di truffa, trattandosi di raggiro idoneo a determinare il soggetto passivo a prestare un consenso che altrimenti non avrebbe dato, in tal modo influendo sulla volontà negoziale del soggetto passivo (Cass. pen., sez. II, 9 maggio 2018, n. 23079; Cass. pen.,...
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Codice penale e di procedura penale e leggi complementari - vigente
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