Con sentenza n. 1941 del 28 febbraio 2024, la terza sezione del Consiglio di Stato ha affermato che, in presenza di condanne penali, anche non irrevocabili, per delitti non rientranti tra quelli cd. spia la delibazione prefettizia deve apprezzare la risultanza penale unitamente ad altri elementi concreti idonei a corroborare, secondo il ben noto ragionamento induttivo di tipo probabilistico, il giudizio prognostico sul rischio infiltrativo. Pur vertendo nella materia del diritto della prevenzione antimafia, ispirata notoriamente a criteri di giudizio e standard probatori dissimili da quelli propri della materia penalistica, l’onere motivazionale cui è tenuta l’Amministrazione non può cedere alla insidiosa tentazione del ragionamento meramente presuntivo (una sorta di “mafiosità in re ipsa” dell’impresa individuale), in spregio dell’inequivoco dato normativo che esige il concorrente riscontro del precedente penale “per reati strumentali all’attività...
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