La terza sezione della Corte europea dei diritti dell’uomo, nella causa
B. T. contro Russia del 19 marzo 2024 n. 15284/19, ha sottolineato
l’inaccettabilità delle discriminazioni legate al sesso in ambito lavorativo,
con particolare riguardo agli stereotipi di genere nel riconoscimento del
diritto al congedo parentale, nell’ottica de The best interest of the child.
La Corte rileva che una differenza di trattamento in ambiente di lavoro
tra donna e uomo per quanto concerne il «prendersi cura del bambino durante il
periodo corrispondente al congedo parentale» rappresenta «oggettivamente e
ragionevolmente» una violazione all’articolo 14 della Convenzione per la
salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, in combinato disposto
con l’articolo 8 della stessa Convenzione.
La Corte di Strasburgo, difatti, sulla scia degli insegnamenti della sua più recente giurisprudenza (si rimanda, in particolar modo, alla causa Konstantin Markin contro...
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