Con la pronuncia delle Sezioni Unite (ord. 1 ottobre 2025, n.
26473), la Corte di cassazione ha ribadito la centralità del principio di verità nell’esercizio della
professione forense. La condotta dell’avvocato, consistente nella reiterata
alterazione della data di un mandato già conferito, è stata ritenuta gravemente
lesiva della dignità e della credibilità dell’intera categoria, tanto da
giustificare la conferma della sospensione dall’esercizio professionale per un
anno e sei mesi.
Particolarmente rilevante è il chiarimento secondo cui la procura alle liti non
costituisce documento “disponibile” dalle parti, ma atto dotato di una funzione
pubblicistica che vincola l’avvocato all’assoluto rispetto della sua integrità
formale e sostanziale. Nell'ordinanza in esame, viene altresì riaffermata la piena autonomia della
responsabilità disciplinare rispetto a quella penale: la definizione del
procedimento penale mediante messa alla prova, pur...
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